RICOSTRUTTIVA POST ONCOLOGICA
RICOSTRUTTIVA POST ONCOLOGICA
È indicata la ricostruzione immediata, che viene eseguita durante lo stesso intervento di asportazione del tumore. Talvolta la ricostruzione viene eseguita in un secondo tempo. Le opzioni ricostruttive sono comunque le stesse, siano esse contestuali o successive all’intervento principale. Come scuola, preferiamo eseguire la ricostruzione di tipo immediato.
Gli innesti cutanei o innesti dermoepidermici sono utilizzati per la ricostruzione di perdite di sostanza da piccole a moderate, spesso esito di tumori cutanei del volto (basaliomi o melanomi).
Un lembo locale consiste nella chiusura di una perdita di sostanza utilizzando i tessuti circostanti alla perdita stessa. Questa opzione è molto utilizzata in caso di perdite di sostanza piccole o medie a livello del volto, spesso in esito di tumori cutanei (epiteliomi).
Un lembo peduncolato prevede il trasferimento di una porzione di tessuto nutrita da un peduncolo vascolare che viene identificato ed isolato. I tessuti mantengono la propria vitalità e traggono il nutrimento dal peduncolo fino a quando, dopo alcune settimane dall intervento, non si instaurano nuove connessioni vascolari col sito ricevente. A questo punto, se indicato, è possibile procedere alla sezione del peduncolo vascolare, performando quella che viene chiamata “autonomizzazione del lembo”.
I lembi peduncolati più utilizzati sono: lembo di muscolo temporale, per le perdite di sostanza del mascellare superiori o dell orbita.
Lembo frontale paramediano o lembo indiano per la ricostruzione totale o subtotale del naso: in questo caso il peduncolo viene reciso a 3/4 settimane dall’intervento primario.
Lembo sovraclaveare per la ricostruzione di perdite di sostanza (tessuti molli) del terzo inferiore del volto.
Lembo infraioideo, ideale per ricostruire il pavimento orale o la porzione inferiore della lingua (pelvi linguale).
Il vantaggio dei lembi peduncolati rispetto ai lembi liberi rivascolarizzati sta nella maggior semplicità di esecuzione, nel minor tempo chirurgico totale e nelle minori morbidità associate.
Gli innesti ossei sono utilizzati nel distretto oromaxillofacciale per la ricostruzione di perdite di sostanza ossea inferiori ai 6 cm. Deficit maggiori o uguali ai 6 cm richiedono l utilizzo di lembi liberi rivascolarizzati.
Un innesto osseo prevede il posizionamento di osso autologo, omologo o eterologo a colmare una perdita di sostanza. L’osso funge da impalcatura tridimensionale attraverso la quale i processi neoosteogenetici del sito ricevente ripristinano nel giro di alcuni mesi l’osso perduto.
Trascorsi 4 6 mesi dall innesto è possibile posizionare impianti osteointegrati per posizionare elementi dentari protesici.
Un lembo libero rivascolarizzato prevede il trasferimento da un sito donatore ad un sito ricevente di tessuto (osseo e/o parti molli) assieme al peduncolo vascolare che lo nutre, il quale viene staccato dai vasi donatori e collegato ai vasi del sito ricevente attraverso anastomosi microvascolari.
Questo tipo di chirurgia permette il trasferimento di tessuto a grande distanza, permettendo dunque ricostruzioni di grande entità, talvolta non eseguibili con le tecniche esposte in precedenza.
Per contro questi interventi durano molte ore (anche oltre 12 ore) e sono gravati da un più alto numero di complicanze.
Lembo osteofasciocutaneo di fibula, per la ricostruzione di perdite di sostanza ossea e di tessuti molli della mandibola o del mascellare superiore.
Lembo fasciocutaneo di avambraccio, per la ricostruzione di perdite di tessuti molli della mucosa orale o parziali della lingua.
Lembo anterolaterale di coscia per vaste perdite di tessuto molle del distretto testa collo o perdita subtotale della lingua.
Lembo libero gran dorsale, per vaste perdite di tessuto molle del distretto craniofacciale.